Associazione culturale O.N.L.U.S.
martedì 16 giugno 2015
All’esame di terza media nonna Maria Rosa diventa la mascotte
Vive nella casa di riposo di Chialamberto e si è presentata da privatista per ottenere la licenza: “Non è mai troppo tardi per imparare”
MARIA TERESA MARTINENGO
TORINO
Tra i giovani candidati di oltre 40 nazionalità, a dare l’esame di licenza media «da privatista»
al Centro per l’educazione degli adulti di strada Castello di Mirafiori, ieri mattina c’era
anche una vivacissima italiana, diventata subito la mascotte: Maria Rosa Marenco,
80 anni e una voglia matta di imparare, aggiornarsi, di prendersi quelle soddisfazioni che in
una vita di lavoro nelle famiglie e di sacrifici per far crescere il figlio (rimasta vedova nel 1982)
non era riuscita ad avere. Ieri Maria Rosa è scesa da Chialamberto, in Val Grande di Lanzo,
dove dal 2013 vive nella Casa di riposo San Giuseppe delle Povere Figlie di San Gaetano.
L’ha accompagnata una volontaria, mentre a Mirafiori un’altra volontaria, la professoressa che
per due anni le ha fatto da trainer, l’aspettava per darle gli ultimi consigli. Alle 9 è entrata
nell’aula e, come i suoi provvisori compagni peruviani, nigeriani, marocchini, senegalesi e via
girando il mappamondo, ha cominciato la prova di italiano.
al Centro per l’educazione degli adulti di strada Castello di Mirafiori, ieri mattina c’era
anche una vivacissima italiana, diventata subito la mascotte: Maria Rosa Marenco,
80 anni e una voglia matta di imparare, aggiornarsi, di prendersi quelle soddisfazioni che in
una vita di lavoro nelle famiglie e di sacrifici per far crescere il figlio (rimasta vedova nel 1982)
non era riuscita ad avere. Ieri Maria Rosa è scesa da Chialamberto, in Val Grande di Lanzo,
dove dal 2013 vive nella Casa di riposo San Giuseppe delle Povere Figlie di San Gaetano.
L’ha accompagnata una volontaria, mentre a Mirafiori un’altra volontaria, la professoressa che
per due anni le ha fatto da trainer, l’aspettava per darle gli ultimi consigli. Alle 9 è entrata
nell’aula e, come i suoi provvisori compagni peruviani, nigeriani, marocchini, senegalesi e via
girando il mappamondo, ha cominciato la prova di italiano.
La lettera
«Ho scelto la “lettera” e ho scritto proprio ciò che volevo scrivere da tempo: ho ringraziato a
Laura Peirolo, la direttrice dell’istituto, che due anni fa mi ha accolta con tanta simpatia»,
ha spiegato Maria Rosa due ore dopo, gustando una merendina della macchinetta e un caffè.
«Ho scritto delle montagne coperte di neve che vedo dalla mia finestra e che non avevo mai
conosciuto prima di trasferirmi lassù, dei prati verdi in primavera. Poi, ho scritto che oggi
vivo “in un’oasi di pace”. Soprattutto, ho voluto dire grazie».
Laura Peirolo, la direttrice dell’istituto, che due anni fa mi ha accolta con tanta simpatia»,
ha spiegato Maria Rosa due ore dopo, gustando una merendina della macchinetta e un caffè.
«Ho scritto delle montagne coperte di neve che vedo dalla mia finestra e che non avevo mai
conosciuto prima di trasferirmi lassù, dei prati verdi in primavera. Poi, ho scritto che oggi
vivo “in un’oasi di pace”. Soprattutto, ho voluto dire grazie».
Accanto alla torinese doc, vissuta tutta la vita in Borgo Rossini, vicino all’ospedale
Maria Adelaide, anche molte «nuove torinesi» hanno scelto la lettera. «Ho scritto a mia madre
che non vedo da tre anni, da quando sono in Italia», ha detto Adja, 27 anni, senegalese.
«Le ho scritto che qui sto bene, ma che mi spiace tanto per papà, che è morto dopo
la mia partenza». Tina, 24 anni, nigeriana, a Torino da 4, aspira alla licenza media.
Nel frattempo ha fatto corsi di pronto soccorso, da aiuto cuoco. Ieri ha raccontato alla sorella
come vive, le sue aspirazioni: «Vorrei continuare a studiare, mi piacciono le lingue».
Maria Adelaide, anche molte «nuove torinesi» hanno scelto la lettera. «Ho scritto a mia madre
che non vedo da tre anni, da quando sono in Italia», ha detto Adja, 27 anni, senegalese.
«Le ho scritto che qui sto bene, ma che mi spiace tanto per papà, che è morto dopo
la mia partenza». Tina, 24 anni, nigeriana, a Torino da 4, aspira alla licenza media.
Nel frattempo ha fatto corsi di pronto soccorso, da aiuto cuoco. Ieri ha raccontato alla sorella
come vive, le sue aspirazioni: «Vorrei continuare a studiare, mi piacciono le lingue».
Fonte "La Stampa" TORINO
lunedì 15 giugno 2015
lunedì 1 giugno 2015
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